Una lombalgia che non passa: così si manifesta l’artrite psoriasica a livello del rachide

Un dolore a carico della colonna, persistente e con caratteristiche infiammatorie (dolore notturno, che peggiora con il riposo e migliora con il movimento, che si associa a rigidità mattutina e che risponde bene ai farmaci antinfiammatori) potrebbe essere il sintomo di una localizzazione assiale della artrite psoriasica. Di quale malattia parliamo? Il termine artropatia indica, genericamente, una sindrome dolorosa a carico delle articolazioni, mentre l’aggettivo psoriasica ne specifica la natura, e quindi anche la causa. La malattia psoriasica, infatti, è una condizione cronica autoimmune, caratterizzata da una disregolazione del sistema immunitario che determina l’infiammazione di organi e tessuti. Quando questo meccanismo si manifesta a livello cutaneo, parleremo di psoriasi cutanea. Quando, invece, il processo flogistico andrà a coinvolgere le articolazioni del corpo, allora saremo di fronte ad una artrite psoriasica (PsA).

A sua volta la PsA può manifestarsi in modi diversi. Se è la colonna vertebrale ad infiammarsi, si parla di artropatia psoriasica assiale, perché la spina dorsale rappresenta l’elemento verticale portante dello scheletro. La artrite psoriasica assiale è dunque:

  • Una malattia reumatica cronica infiammatoria di natura autoimmune
  • È una delle possibili forme dell’artrite psoriasica (PsA), a sua volta manifestazione articolare della malattia psoriasica
  • Colpisce la colonna vertebrale, in particolare le vertebre della zona lombare e dell’articolazione sacro-iliaca
  • Fa parte delle spondiloartriti sieronegative, malattie reumatiche tutte di natura autoimmune che colpiscono le strutture della colonna vertebrale
  • Può insorgere in età giovanile (tra i 20 e i 40 anni), e associarsi, o meno, ad altre forme di PsA, coinvolgendo altre articolazioni, ad esempio quelle di mani e/o piedi (PsA periferica)
  • La variante assiale dell’artrite psoriasica colpisce con maggior frequenza gli uomini rispetto alle donne, sebbene la PsA in generale non abbia preferenze di genere

I sintomi dell’Artrite psoriasica assiale

Il principale sintomo con cui l’artrite psoriasica assiale si manifesta è il dolore alla schiena, seguito dalla rigidità dell’articolazione del bacino. Vediamo i segnali che costituiscono dei chiari campanelli d’allarme. Essi sono:

  • Dolore in particolare nella parte inferiore della colonna che si manifesta inizialmente in modo blando, acuendosi nel corso di settimane e persistendo per oltre sei mesi.
  • Dolore alle anche e ai glutei (glutalgia), che inizialmente può essere avvertito solo da un lato, o alternatamente in entrambi i lati del bacino (bilaterale)
  • Dolore che insorge a riposo, o di notte e che raggiunge l’apice dell’intensità al risveglio.
  • La lombalgia è sempre associata a rigidità, che si accentua al mattino e può permanere per oltre mezzora dopo il risveglio.
  • Dolore e rigidità mattutine si alleviano con il movimento, ad esempio camminando, e dopo una doccia calda.
  • Nella spondilite anchilosante (meno nel caso di PsA) Col passare del tempo il dolore e la rigidità possono estendersi anche alla parte superiore della colonna. Nelle donne questo sintomo può essere presente fin dall’esordio della malattia.
  • Talvolta è presente un forte dolore di tipo bruciante, simile a quello della classica “sciatica”, che è causato dall’infiammazione di alcune strutture del bacino e che pertanto coinvolge la natica e la coscia senza scendere sotto il ginocchio (sciatica mozza).

La PsA può associarsi ad altri sintomi, oltre al mal di schiena, che sono o possono essere: dimagrimento, febbricola, malessere generale, debolezza. Sono i segnali di una infiammazione in corso.

Rivolgersi al Centro reumatologico più vicino fin dai primi sintomi

Se non curata opportunamente, l’artrite psoriasica può degenerare e portare a gravi conseguenze e disabilità. Può accadere, infatti, che alcune vertebre infiammate si “saldino” tra di loro portando ad una progressiva perdita di mobilità della colonna. Per questa ragione è importante rivolgersi con tempestività al Centro reumatologico più vicino, e prenotare una visita specialistica, anche in assenza di altri sintomi oltre alla lombalgia con le caratteristiche che abbiamo visto soprattutto se il dolore, la rigidità articolare e la tendenza alla cifosi insorgono in giovane età. Prima si giunge alla diagnosi di PsA, prima è possibile tenere sotto controllo la malattia “spegnendo” il processo infiammatorio che ne è all’origine grazie alle terapie farmacologiche di fondo oggi disponibili e di comprovata efficacia. Il/la reumatologo/a potrà inoltre fornire consigli pratici sulla gestione quotidiana della malattia, suggerendo semplici rimedi che fanno parte integrante del protocollo terapeutico. Uno tra tutti: l’attività motoria! Esercizi di stretching e ginnastica aerobica sono infatti strumenti utilissimi per preservare il benessere e la funzionalità della schiena, e di tutto il corpo, il più a lungo possibile.